Gli ebrei in Italia – due documenti

Samuele Schaerf, I cognomi degli ebrei d’Italia con un’appendice su le famiglie nobili ebree d’Italia, Firenze, Casa editrice Israel, 1925.

Chi sono quanti sono come si chiamano gli ebrei in Italia. Tutti i cognomi delle famiglie ebraiche, Roma, Casa editrice A.R.I.A., 1938.

LINK

 

Il sistema idrico di Mineo (3) – Notizie varie

IMG_20170412_204924_318

Un tombino in Contrada Acquanuova

a cura di Agrippino Todaro e Leone Venticinque

Alcune opere pubbliche per migliorare il sistema idrico urbano di Mineo sono state progettate e messe in opera tra gli anni ’70 e ’80. Nell’estate 1984 erano iniziati lavori per una condotta idrica dal nuovo pozzo denominato “Provvidenza”. Proponiamo qui, nella loro integralità, alcuni articoli che accompagnarono le vicende. Vi si possono riconoscere, accanto ai fatti concreti e ai risultati utili alla popolazione locale, anche gli aspetti di polemica tra le parti che in quegli anni si combattevano nella società e in campo politico. Continua a leggere

“Now we have become rich!” – The water and life in Mineo campaigns, childhood memories

by Agrippino Todaro

 

italian_version6433_north_218x_transparent-b2

I have a beautiful memory that I would not miss it, but share it with you.

The construction of the well, made by my father Todaro Francesco, 1911, in the San Cataldo, his property. It was a land assignee.
What I’m about to tell you happened many, but many years ago. I was still small at that time, I lived with my peasant family. These were the years 1958-60, and my dad had been assigned a plot of land of five hectares, one “salma” and a half in the San Cataldo district. We were in the country to cultivate the land, in a distant area from the town of Mineo. There were also other people in the area that we lived before, “u Massa Vastiano” (Sebastiano Roccuzzo, farmer) with his wife Vastianedda with her children. They were not land assignees. It happened to be several days outside the country, to look after the farm work. All of us adapted ourselves to the natural conditions, as wecould. For example, there was the problem of water: we had to go and get some distance and take it with clay “quartare”, which were already heavy when empty. The water need arouse a certain discomfort. In the district there was a well that was in the lot of Mr. Cunsolo Mario, said “u massaru Mario Scirè” (its’ nickname was “Sdilliuviu”). The people of that land went to fetch water at the well.
Continua a leggere

“Uora siemu rricchi!” – L’acqua e la vita nelle campagne di Mineo, ricordi d’infanzia

di Agrippino Todaro

english_version6433_north_218x_transparent-b2

Ho un bel ricordo che non vorrei perdere, ma condividerlo con voi. La realizzazione del pozzo fatto da mio papà Todaro Francesco del 1911, in contrada San Cataldo, di sua proprietà. Era un assegnatario.
Quello che sto per raccontarvi è successo tanti, ma tanti anni fa. Io ero ancora piccolo a quel tempo, stavo con la mia famiglia contadina. Erano gli anni 1958-60 e a mio papà era stato assegnato un lotto di terra di cinque ettari, una salma e mezza in contrada San Cataldo. Eravamo in campagna a coltivare la terra, in una zona distante dall’abitato di Mineo. C’erano pure in zona altri che ci abitavano prima, u Massa Vastiano (Sebastiano Roccuzzo, massaro) con la moglie donna Vastianedda coi figli. Loro non erano assegnatari.  Continua a leggere

Le contrade del territorio di Mineo (1)

di Agrippino Todaro e Leone Venticinque

Vorremmo spendere due parole sulle contrade che insistono nel nostro vasto territorio. È da sapere che il Comune di Mineo per vastità di ettari, è il quarto nella provincia di Catania. Ci sono Caltagirone, Ramacca, Bronte e poi viene il nostro Comune. Mineo amministra quasi 25 mila ettari di terreno, esattamente 24.632 ettari. Da premettere che in antico, nel medioevo, il nostro territorio era molto più vasto, ed erano inglobati altri feudi, vedi il feudo del Balchino oppure il feudo di Bucialca, che arrivava alle porte di Militello VC, infatti vi è una località denominata “u puoiu di Miniu” (Poggio Mineo). Ma piano piano si è ristretto, e chi lo sa se ancora non si va a restringere un po’, togliendoci la contrada Saie che gravita alle porte di Grammichele?
A QUESTO INDIRIZZO è possibile visualizzare la mappatura completa delle contrade che insistono, in tutto o in parte, all’interno dei confini del territorio di Mineo.
Continua a leggere

The water system of Mineo (2) – Extensions “Fontanazze” and “Chiusa Lembasi”

ampliamenti-acquedotto-c

by Agrippino Todaro and Leone Venticinque

(Here the part one)
The living conditions in the country of Mineo were much improved after the completion of the first aqueduct with large tank at the Castle, in the mid-thirties. However, soon the inhabitants have had growing need water, both drinking and for various uses in homes. It became necessary to look for other sources, to increase water availability. That’s the main duct that we rode in the previous article, you are going to add two branches to tap into other wells. Continua a leggere

Il sistema idrico di Mineo (2) – Gli ampliamenti “Fontanazze” e “Chiusa Lembasi”

ampliamenti-acquedotto-c

di Agrippino Todaro e Leone Venticinque

(Qui la prima parte)
Le condizioni di vita nel paese di Mineo sono state molto migliorate a seguito della realizzazione del primo acquedotto con il grande serbatoio al Castello, a metà degli anni Trenta. Tuttavia, ben presto gli abitanti hanno avuto crescente bisogno dell’acqua, sia potabile che per i vari usi nelle case. Si rese necessario cercare altre fonti, per aumentare la disponibilità idrica. Ecco che alla condotta principale che abbiamo ripercorso nel precedente articolo, si sono andate ad aggiungere due diramazioni per attingere ad altri pozzi. Continua a leggere

Il sistema idrico di Mineo (1) – L’acquedotto Salonia

acquedotto-salonia-d

di Agrippino Todaro e Leone Venticinque

english_version6433_north_218x_transparent-b2senzanome-bA Mineo come in tutti i centri abitati, l’acqua è un bisogno primario. Per averne a sufficienza, nel corso del tempo sono state realizzate diverse opere pubbliche. Molto denaro è stato speso nella costruzione di vari acquedotti. Attualmente l’acqua che viene distribuita agli abitanti di Mineo arriva da lontano. L’acquedotto più antico e tuttora funzionante si chiama Salonia. Il suo percorso geografico verrà descritto nel presente articolo, che è la prima puntata di una serie, dedicata al sistema idrico comunale attuale di Mineo e alla sua storia. Continua a leggere

The water system of Mineo (1) – The aqueduct Salonia

acquedotto-salonia-d

by Agrippino Todaro and Leone Venticinque

italian_version6433_north_218x_transparent-b2senzanome-bIn Mineo as in all population centers, the water is a basic need. To have enough, several public works were carried out over time. Much money has been spent in the construction of several aqueducts. Currently the water is distributed to the inhabitants of Mineo coming from afar. The oldest still functioning aqueduct and is called Salonia. Its geographical location is described in this article, which is the first episode in a series dedicated to current Mineo municipal water system and its history.
Continua a leggere

Mineo e Villa Santa Margherita, nei Bozzetti siciliani di Luigi Capuana

Uno scritto giovanile dimenticato, riemerge dagli archivi de “La Nazione”

Mineo e Villa Santa Margherita, nei Bozzetti siciliani di Luigi Capuana

di Leone Venticinque

Il 24 e 25 aprile 1867, sul quotidiano “La Nazione” di Firenze vengono pubblicati due articoli a firma di Luigi Capuana. In effetti si tratta di un unico testo, dal titolo Bozzetti siciliani. Per ragioni di spazio, era stato suddiviso in due puntate.
Capuana non ha ancora compiuto 28 anni. Dopo la formazione letteraria classica e un tentativo poco convinto nella giurisprudenza, già da tempo risiede a Firenze che è la Capitale provvisoria del Regno d’Italia. È il luogo più adatto per cercare la propria strada nel mondo della cultura. Inizia nel giornalismo, come critico teatrale e pubblica sul più importante quotidiano fiorentino un gran numero di recensioni.
L’attività di narratore che diventerà la vera carriera per Capuana si comincia a esprimere nel racconto “sperimentale” Il dottor Cymbalus, da alcuni considerato precoce esempio della moderna fantascienza. Rispetto alla produzione capuaniana di quel periodo, i Bozzetti siciliani sono un intermezzo, una pausa. Nei Bozzetti, Capuana ritorna con la memoria ai luoghi d’origine e propone ai lettori delle classi più progredite della nuova nazione italiana una descrizione precisa dei luoghi ove ha trascorso l’infanzia, con tutti i nomi caratteristici e i momenti vissuti in un contesto agricolo del Meridione ancora intatto, non sfiorato dalla modernità industriale. Continua a leggere

Dall’Archivio Storico del Comune di Mineo, la vicenda del monumento a Capuana (4)

Dall’Archivio Storico del Comune di Mineo, la vicenda del monumento a Capuana (4)

di Leone Venticinque

Dopo che era stato individuato lo scultore che avrebbe realizzato il monumento a Capuana, occorreva procedere alla firma del contratto. D’altronde ancora molti aspetti si erano definiti soltanto sommariamente, e avevano una discreta importanza se si considera che verranno usati materiali diversi da quelli originariamente previsti e perfino il luogo di destinazione – la Piazza Buglio – non rimarrà la stessa a causa di alcune importanti trasformazioni: ne verrà alterato il rapporto di proporzione tra il monumento e gli spazi circostanti, un argomento sul quale si avrà modo di ritornare in seguito. Continua a leggere

Come venne scelto lo scultore della statua in P.za Buglio?

Dall’Archivio Storico del Comune di Mineo, la vicenda del monumento a Capuana (3)

Come venne scelto lo scultore della statua in P.za Buglio?

di Leone Venticinque

Il primo documento che testimonia la lunga e problematica collaborazione tra il Comitato per le Onoranze a Luigi Capuana e lo scultore che ha realizzato il monumento sito in Piazza Buglio risale all’agosto del 1925. L’Archivio Storico del Comune di Mineo – Ascm – conserva l’intero carteggio, un epistolario molto denso tra Vincenzo Torre e il presidente del Comitato, dott. Giuseppe Blandini. Continua a leggere

Lo scultore Turillo Sindoni e il destino di una “generosa offerta”

Dall’Archivio Storico del Comune di Mineo, la vicenda del monumento a Capuana (2)

Lo scultore Turillo Sindoni e il destino di una “generosa offerta”

di Leone Venticinque

Dal momento che a Mineo si decise di onorare Luigi Capuana con una grande opera monumentale, iniziò la ricerca tra gli artisti dell’epoca per trovare chi avrebbe ideato il progetto migliore, per poi realizzarlo effettivamente. Passarono alcuni anni prima di arrivare alla scelta che oggi si può osservare nella piazza principale del paese, con molte difficoltà e controversie che hanno lasciato ampie tracce nei documenti conservati presso l’Archivio Storico del Comune di Mineo. Continua a leggere

Turillo Sindoni (1868-1941), l’autore mancato del monumento di Capuana

di Anna Maria Damigella

Se nel momento in cui si pose il problema di individuare uno scultore cui affidare l’esecuzione del monumento di Capuana venne fuori il nome di Turillo Sindoni, non ci si può certo sorprendere. Oggi Sindoni è dimenticato, è fuori dalla rosa degli scultori siciliani di nascita che si affermarono a Roma al principio del novecento, ma negli anni Venti era un noto, iperpresente e iperattivo, autore di monumenti ai Caduti nella Grande Guerra. Proprio poco prima che si avviasse concretamente la realizzazione dell’omaggio a Capuana, nel 1924, il 12 maggio Mussolini nella sua prima visita a Ragusa, la città che di lì sarebbe diventata capoluogo di provincia, aveva inaugurato il monumento ai Caduti firmato da Sindoni e quasi contemporaneamente si era inaugurato il suo monumento ai Caduti di Augusta. Continua a leggere

Il luogo dove sarebbe sorto il monumento a Luigi Capuana a Mineo

di Agrippino Todaro

Il monumento a Luigi Capuana viene inaugurato il 9 ottobre 1939. Fino ai primi anni ’30 a Mineo e di fronte il palazzo Tamburino in via Umberto ex Via del Mercato, esisteva un bel palazzo, però malandato. Apparteneva alla famiglia Mazzone e nella parte ad est, il prospetto, dava sulla piazza. Era molto elegante, di stampo barocco, e al piano terra vi erano delle botteghe, così composte: la prima a sinistra era una società di operai, e siccome tra loro vi erano anche degli artigiani che realizzavano tridenti di legno, aveva preso il nome di “Società del Tridente”. La seconda era una rivendita di tabacchi, n. 1 – la prima che si è aperta a Mineo – e apparteneva al sig. Armeni, detto a Saccàra ed era il padre della signora Enza che fino a pochi anni fa aveva il tabacchino oggi gestito dal sig. Tenerezza. Il sig. Armeni in seguito veniva anche chiamato l’acqualuoru, perché fu il primo fontaniere del Comune di Mineo. Nella terza bottega operava un bastaio o vardunaru, apparteneva al padre di Don Pinuzzu Amato, detto Liesina (dal nome dello strumento usato per cucire il cuoio). Dopo la distruzione del palazzo, a loro fu consentito di costruire una casa fuori porta, nella quale sono stati utilizzati alcuni stipiti del vecchio edificio abbattuto. Dopo la realizzazione della piazzetta, gli Amato ebbero un locale sottostante, in via Ponte Tamburino. La quarta era una bottega che vendeva stoviglie per la casa, gestita dal sig. Varsallona detto u cartagirunisi. Continua a leggere

Dall’Archivio Storico del Comune di Mineo, la vicenda del monumento a Capuana (1)

di Leone Venticinque

Per quanto riguarda lo spazio nel quale verrà costruito il monumento a Capuana, presso l’Archivio Storico del Comune di Mineo – d’ora in avanti ASCM – nei voll. Provvisori n. 2469-2470 (Lavori Pubblici) si conservano alcuni documenti che illustrano come il Comune nel 1935 acquistò un terreno che era precedentemente occupato da un edificio, adiacente all’antica Piazza Buglio o Del Mercato. Un primo riferimento alla procedura di acquisto è datato 6 settembre 1933 [1], ma ancora il 31 dicembre 1934 si rinviava la definizione della cifra stabilita per l’acquisto [2]. Continua a leggere

Giochi elettorali siciliani

Mineo, 20 gennaio 1925

Illustre Senatore,
Mi permetto disturbarla perché sicuro che Ella, come sempre, vorrà far valere per Mineo la sua autorevole influenza.
Dopo l’approvazione della legge elettorale, col ritorno al Collegio uninominale
1, sono cominciati i movimenti e le agitazioni per le nuove circoscrizioni, e si afferma con insistenza, che Grammichele sostituirà, nell’antico collegio di Militello, Mineo e Scordia, e Mineo verrà aggregato al Collegio di Caltagirone, mentre Scordia farà parte di altro Collegio. È ovvio che con tale sistemazione noi diverremmo vassalli di Caltagirone, data l’importanza elettorale di questo; mentre rimanendo in un Collegio dove le forze elettorali sono poco diseguali fra i vari paesi, possiamo più facilmente far sentire la nostra voce.
Nessun altro che lei può difendere la causa della nostra bersagliata Mineo e perciò appena cominciati i primi si dice mi affretto a pregarla del suo valevole interessamento.
Avrà ricevuto la mia lettera riguardante l’Ufficio del Registro. La informo adesso che l’Intendenza di Finanza ha dato parere favorevole per il trasferimento dell’Ufficio a Mineo.
Riceviamo quotidianamente i giornali di Venezia che portarono il resoconto del processo di Treviso e con la più viva soddisfazione di tutti gli amici abbiamo letto la brillante autodifesa di Arcangelo; mi auguro che prima che Le arrivi questa lettera si avrà la sentenza completamente riparatrice.
Gradisca i più doverosi ossequi e mi creda
Dev.mo Croce Albertini
2

1 Dal Portale storico della Camera dei Deputati (http://goo.gl/mSQlAI):
«Pochi mesi dopo le elezioni del 1924, fu promossa una nuova riforma elettorale, con la legge 15 febbraio 1925, n. 122, poi recepita nel Testo unico 17 gennaio 1926, n. 118, che reintrodusse il collegio uninominale. La riforma elettorale non ebbe però applicazione perché, con il consolidarsi del regime fascista, maturarono altri modelli di rappresentanza, che, ormai, escludevano una reale competizione tra partiti contrapposti. Con la legge 17 maggio 1928 n. 1029 ed il Testo Unico 2 settembre 1928, n. 1993, fu dunque introdotto un nuovo sistema elettorale di tipo plebiscitario, come già allora lo si definì.
La nuova legge elettorale prevedeva un Collegio unico nazionale chiamato a votare o a respingere una lista precostituita di 400 deputati, lista formata dal Gran Consiglio del Fascismo a partire da una rosa di 850 candidati proposti dalle confederazioni corporative nazionali, 200 candidati proposti da associazioni ed enti culturali ed assistenziali ed ulteriori candidati scelti dal Gran Consiglio stesso. Gli elettori potevano esprimersi con un “sì” o un “no” sul complesso della lista, esprimendo il proprio voto su schede recanti l’emblema del fascio littorio. Nel caso in cui la lista non fosse stata approvata dal corpo elettorale, era previsto che la consultazione si ripetesse con il concorso di liste concorrenti, presentate da associazioni ed organizzazioni che avessero almeno 5.000 soci elettori. La lista che avesse ottenuto il maggior numero dei voti, avrebbe avuto tutti i propri candidati eletti.
La legge conteneva alcune modifiche in materia di elettorato attivo, che veniva riconosciuto ai maschi di età superiore ai 21 anni (o ai 18 se ammogliati con prole), purché pagassero i contributi sindacali o fossero amministratori di società ed enti, o percepissero uno stipendio a carico dello Stato o una pensione, o pagassero almeno 100 lire di imposte dirette o detenessero una certa quota di titoli del debito pubblico o infine fossero membri del clero cattolico regolare e secolare. Questa norma, insieme che l’esclusione dall’elettorato attivo dei membri dei corpi militari, portò ad una significativa contrazione degli aventi diritto da 11.939.552 a poco più di 9.500.000.
I due plebisciti del 1929 e del 1934 videro una partecipazione al voto particolarmente consistente (89,63% e 96,25%) ed un numero estremamente alto di voti favorevoli alla lista proposta (nel 1929: 8.519.559 sì e 135.761 no; nel 1934 10.025.513 sì e 15.625 no), anche a causa dell’occhiuta vigilanza esercitata dalle amministrazioni pubbliche sulle procedure di voto.
Nel corso degli anni ’30 anche gli ultimi residui della concezione liberaldemocratica della rappresentanza politica furono cancellati e, con la legge istitutiva della Camera dei fasci e delle corporazioni (legge 19 gennaio 1939, n. 129), l’organo legislativo cessò di essere eletto.»

2 Sindaco di Mineo nel biennio 1924-25.

Documento tratto dall’Archivio Benedetto Cirmeni, presso la Società di Studi Menenini, Mineo (Ct).

01 b 02 b

 

Se Ezra Pound fu fascista solo in superficie

<<Uso improprio e offensivo>> che <<fraintende e umilia la figura di geniale produttore di poesia e generoso organizzatore di cultura riducendola al suo sostegno del fascismo e alle sue battaglie economiche>>; questa l’accusa mossa a CasaPound dai firmatari di una recente lettera di solidarietà alla figlia di Ezra Pound, Mary de Rachewiltz, che ha intentato un’azione legale contro l’associazione della destra radicale per appropriazione indebita del nome del padre. Nel testo i firmatari aggiungono come il poeta ed economista statunitense non meriti di <<essere identificato con una politica che egli conosceva solo superficialmente>>.

Ora, tralasciando qui la questione non banale se rientri tra i compiti di un intellettuale quello di verificare se e in quale misura possa essere consentito a un’associazione di fregiarsi di un nome piuttosto che di un altro, è il contenuto della lettera a sollevare qualche perplessità. Secondo i suoi estensori, infatti, Ezra Pound avrebbe conosciuto solo superficialmente il fascismo. Ma è proprio così? Tim Redman, professore dell’Università del Texas, nel suo Ezra Pound and Italian fascism (Cambridge University Press, 1991), ha osservato come l’indubbia adesione di Pound al fascismo originasse dalle riflessioni che l’economista eterodosso andava sviluppando in tema di riforma economica e sociale (<<Pound’s support for Italian fascism was not the result of psychosis but was consistent with and developed from his thought about social and economic issues>>, p. 7).

Jefferson e/o Mussolini, scritto da Pound nei primi anni Trenta, sempre secondo Redman, attesta un’ottima conoscenza della situazione italiana (<<he knew Italy very well, and his comments about the peculiarly Italian nature of fascism as a response to specific Italian problems are well reasoned and often very perceptive>>, pp. 104-106) e, in particolare, dell’economia corporativa (Jefferson e/o Mussolini, Milano, Il Falco, 1981, pp. 13-17).

Non solo. Alla simpatia di Pound nei confronti del fascismo, forse, non era estraneo anche il suo innegabile antisemitismo (<<Pound was anti-Semitic, and I think it useless for Pound scholars to pretend otherwise or to see in his distinction between “big jews” and “poor yitts” some basis for exoneration>>, in T. Redman, op. cit., pp. 4-5. Sull’antisemitismo violento del poeta dell’Idaho concorda anche G. Giardina, A Giulio Giorello (Su Ezra Pond), in ID. (a cura di), Lettere a politici e intellettuali – II, Bologna, Pendragon, 2009, pp. 31-34).

Nei discorsi radiofonici pronunciati dai microfoni dell’Eiar dalla fine del 1940 alla primavera del 1943, prima della sua convinta adesione alla Repubblica di Salò (Antonio, Pantano, Ezra Pound e la Repubblica Sociale Italiana, Pagine, 2009), Pound così celebrava l’antisemita L’école des Cadavres di Céline, censurato in Francia:<<non solo per la sua documentazione, per la sua ricchezza linguistica, non solo per la forza della sua prosodia, ma per il contenuto. Prima o poi dovrete leggere Céline. Gli uomini d’azione della comunità dovranno comprare la loro copia di L’école des Cadavres>> (Ezra Pound. Discorsi radiofonici 1941-1943, Rai-Eri, 2005, a cura di Marco Dolcetta, p. 75).

A ben vedere, dunque, anche una congrega di antisemiti potrebbe intitolarsi al forse maggior poeta di lingua inglese del secolo scorso (o anche l’antisemitismo di Pound era <<superficiale>?).

Certo, Redman riconosce che non tutti gli studiosi sono d’accordo nella valutazione dell’intensità del sostegno che Pound espresse nei confronti del fascismo. Ma proprio questo non autorizza ad affermare come cosa pacificamente accettata dalla comunità scientifica che la conoscenza del regime fascista da parte di Pound fosse superficiale, come invece si lascia intendere nella missiva.

Da ultimo, vorremmo chiedere ai firmatari della lettera di solidarietà quale reazione avrebbero di fronte ad un’iniziativa legale volta ad impedire, ipotizziamo, a un circolo sociale di estrema sinistra di fregiarsi del nome di Pablo Neruda, sulla base della tesi che l’adesione del poeta cileno al comunismo sarebbe stata in fondo superficiale (se Pound, poeta ed economista, non capì il fascismo, a fortiori Neruda, che solo poeta era, potrebbe aver travisato il comunismo) e che la figura del <<geniale produttore di poesia e generoso organizzatore di cultura>> sudamericano non può essere ridotta <<al suo sostegno del comunismo>>. Di assoluta ilarità, supponiamo.

Anticlericalismo ed istruzione scientifica nella pedagogia di Giuseppe Sergi

La prima associazione del Libero Pensiero di cui si ha notizia nasce a Parigi nel marzo del 1848, poco dopo la proclamazione della seconda Repubblica. Gli esponenti del Libero Pensiero francese erano teisti, non necessariamente atei, certamente anticlericali e antiecclessiastici, caratteristiche che si ripeteranno anche nei movimenti del Libero Pensiero che sorgeranno fin dalla metà degli anni Cinquanta dell’Ottocento in Belgio e in Italia, negli anni Settanta in Spagna, Gran Bretagna e Usa e negli anni Ottanta in Germania. Il Libero Pensiero si diffuse quindi sia tra Paesi protestanti che cattolici. Continua a leggere