Le ragioni di un movimento per l’autodeterminazione: ecco “Alba Siciliana”

Mineo, 2015.12.03 – Intervento del Vice Presidente e Responsabile della Comunicazione, Leone Venticinque

(>> audio-video integrale e foto della conferenza)

Le ragioni di un movimento per l’autodeterminazione: ecco “Alba Siciliana”

12294661_432448310278536_2369408554708994767_nBuonasera a tutti. Siamo ancora una volta a ringraziare chi ci ospita per questa iniziativa, il bar ristorante Shalimar Salerno di Mineo, che ci permette di usufruire del suo bellissimo spazio, che è ogni volta spazio di iniziative di vario genere. Ci siamo visti più di una volta per incontri culturali, politici, di impegno civile. Ricordo un incontro tempo fa sull’Imu agricola, quando era cominciato questo brutto passaggio di “ricerca fondi” da parte del governo nazionale e devo dire che il territorio del Calatino, grazie a alcune persone che si sono mobilitate sin dall’inizio è stato tra i più attivi – poi quando fu anche nelle iniziative a Catania – a far sentire dalla base, dal mondo dei produttori, dei contadini, degli agricoltori, degli imprenditori, che questo mondo esiste, che non è una passiva macchina da esborso tasse, semplicemente abituata come i cosiddetti muli da cava di gesso, che fanno sempre la stessa strada avanti e indietro.
Noi ci ricolleghiamo idealmente a tanta parte del nostro passato comune degli ultimi anni. Sicuramente la Sicilia è stata protagonista di vari fatti ed eventi, è un luogo non marginale – tutt’altro – della realtà sociale italiana. Ci sono stati tanti esperimenti e anche tante esperienze “strane” di alleanze politiche, di governo ecc. Di questo passato credo che ognuno di noi vorrà dire qualcosa personalmente, l’amico Crupi ne è stato uno dei protagonisti. Noi da molti anni ci frequentiamo, siamo in contatto nelle fasi alterne che hanno caratterizzato il continuo sperimentare, ma anche incontrare ostacoli, per quello che passa tra la solitudine di ciascuno nel suo confrontarsi con le problematiche che sono collettive, ma che se non trovano una formula e una forma di unione non potranno mai diventare una forza di contrapposizione e di difesa delle caratteristiche del lavoro, della produzione e di quella che è la vita di un popolo che appunto purtroppo deve rappresentare se stesso e non può delegare sempre a chi in fondo non ha dimostrato di averlo a cuore. Ci sono state esperienze politiche elettorali, di movimento di piazza, esperienze di difesa civile che verranno raccontate dai protagonisti come l’Avv. Granata che abbiamo qui perché nel territorio, localmente soprattutto le difficoltà delle persone più umili, le difficoltà delle famiglie che si sono trovate di fronte a meccanismi finanziari di ogni genere, senza un vero supporto e qualcuno che li soccorresse fra mutui, imprese che fallivano, piccole attività. Chiunque negli scorsi decenni sicuramente più favorevoli, più apparentemente positivi, si era scommesso, si era cimentato nel mondo del mercato ecc. non essendo posti pubblici e sicuri per tutti, ha dovuto negli ultimi anni affrontare tutta questa serie di problematiche, addirittura mettendo a rischio non solo quel benessere raggiunto ma anche le basi della sopravvivenza. E allora i pignoramenti della casa, i pignoramenti di tutto, l’usura bancaria sono tutte tematiche che ciascuno ha vissuo e visto tra familiari, amici, conoscenti e che hanno permeato capillarmente l’intero territorio: le grandi città, le piccole realtà comunali e tutta la Sicilia in un Meridione che sconta storici ritardi e problemi.
Di fronte a tutto ciò, noi chiariremo ciascuno come vediamo questa iniziativa che ci ha trovato insieme, che è il frutto del lavoro di tessitura, di mantenimento dei contatti in tutto il territorio siciliano che Franco Crupi ha portato avanti in questi anni. Sappiamo che molte persone – soprattutto le più attive e le più disponibili – coloro che si erano spesi in altre iniziative negli scorsi mesi e anni sono anche quelli che ne anno risentito di più, perché stando in prima linea, attivandosi e impegnandosi è più facile avere anche delle delusioni, delle battute d’arresto. Magari lo scoraggiamento, un po’ il senso della inutilità o della vanità degli sforzi soprattutto si fa sentire in chi qualcosa ha fatto, mentre chi non si è mai mosso di casa o non ha mai mosso un dito probabilmente non se ne sarà neanche accorto. Personalmente voglio ringraziare Franco Crupi perché lui non solo non ha mai ceduto a queste negatività ma soprattutto ha fatto in modo che tanti altri come me ritrovassero sempre la voglia di essere partecipi a un’iniziativa condivisa. Ci siamo visti varie volte nel corso dei mesi e ho apprezzato sempre la sua voglia di sintetizzare e di coinvolgere le realtà più diverse.
Noi siamo qui oggi perché è un po’ l’atto pubblico, che poi verrà notiziato in varie forme, con i media che per fortuna ci soccorrono perché sono disponibili e non barricati o inavvicinabili. Ringraziamo il giornale “La Sicilia” che stamattina ci ha onorato di un annuncio. In linea di massima è senz’altro un buon inizio. Il lavoro era già cominciato da qualche giorno, da qualche settimana: tutta la preparazione interna, lo statuto e altri aspetti che sono sempre collegati all’inizio di attività di una organizzazione. Da oggi in poi noi dobbiamo essere chiaramente visibili per poterci presentare e far capire ai nostri concittadini di tutta la Sicilia e non solo che avevamo tutti bisogno di una realtà che ci mettesse insieme. È inutile stare a fare una analisi del perché e del percome, si potrebbe dire “ma di partiti già non ce ne sono abbastanza?” Quali sono e quali non sono quelli giusti o quelli sbagliati… sarebbe ridicolo e forse anche fuori luogo da parte nostra fare un discorso del genere. Lo lasciamo alla sovranità di ciascuna coscienza e di ciascuna conoscenza: ciascun elettore, giovane o di lunga data, valuti quello che a livello delle elezioni amministrative nel proprio Comune o a livello regionale ecc. si è venuto proponendo, in pratica ha avuto la responsabilità di portare avanti una regione e con quali risultati in rapporto alle promesse. Tutta quella che è stata la lunga crisi fin dall’inizio del governo regionale, i rimpasti, i partiti che cercano più che altro di piazzare una serie di figure che li rappresentino e non che possano rappresentare delle necessità o delle istanze di sviluppo, questo è stato un po’ il tratto che io personalmente come elettore e cittadino ho visto. Poi, come partito di ispirazione sicilianista e movimento di ambito regionale, abbiamo notato una forte permeabilità, un forte spirito di accoglienza e quasi di attesa messianica che già nelle elezioni regionali del 2012 ha visto la traversata dello stretto a nuoto di un cittadino di Genova che ha incontrato senz’altro tante aspettative e – come dicevo all’inizio riguardo ai segnali che partono dalla Sicilia per arrivare a tutto il Paese – quelle votazioni furono un grande banco di prova e un grande successo elettorale per una forza politica nazionale che si presentava come fortemente ispirata al cambiamento. Poi si è formato il Parlamento regionale con un certo numero di deputati eletti e, quale sia stato il bilancio della loro attività in opposizione e in contrasto al malgoverno che c’è stato in questi anni, anche questo lo lascio valutare a ciascuno. Oggi siamo di fronte a altre proposte che passando lo stretto arrivano dal profondo Nord, offrono la possibilità di fare un tratto di strada insieme. Non posso prendermela con un elettore dicendogli “sbagli a scegliere”, se non lo metto nelle condizioni di avere tra le opzioni anche qualcosa che effettivamente io stesso mi sentirei di consigliargli. E allora qui da cittadini si diventa parte attiva e in qualche modo militante, proprio perché se non eravamo noi a metterci in moto, forse sarebbe mancata questa possibilità. Niente più di questo, non c’è una politica di professione ma una società civile che si deve mettere in moto.
Perché abbiamo scelto di incontrarci a Mineo? Fino a qualche anno fa si trattava di un Comune come tanti altri, di piccole dimensioni e sostanzialmente poco noto. Poi una serie di vicende l’hanno fatto balzare agli onori delle cronache, in verità non tanto onorevoli. Le dinamiche nazionali e anche extranazionali come tutto il fenomeno delle emigrazioni, delle fughe di profughi dalle guerre ecc., hanno investito in prima linea questo paese, che non ha sbocco a mare ma è stato ugualmente coinvolto. Vivere dall’interno, in una piccola realtà totalmente disabituata a gestire simili problematiche, ha dimostrato una impreparazione collettiva. Tanti sono i sentimenti che la comunità di Mineo ha vissuto di fronte a questi fenomeni, nella ingenuità e buona disposizione d’animo, ma purtroppo lo spirito tradizionalmente accogliente dei siciliani non è mai sufficiente di fronte a simili fenomeni e di conseguenza nel corso degli anni si è visto che in realtà la guida politica locale e di tutti i comuni del Comprensorio Calatino non ha avuto come spirito guida effettivamente un’analisi dei costi, dei benefici, delle possibilità e delle prospettive ma purtroppo una forma di mercanteggiamento, di cui abbiamo parlato molto perché con altri amici siamo stati abbastanza attivi nell’indagare e nel mettere alla luce cose che si potevano vedere solo localmente. C’è stato il mercanteggiamento della propria omessa opposizione, cioè “io ti farei l’opposizione, ma se mi dai quello che mi serve la ammorbidisco, fino a farla tacere del tutto”. Questo è stato il segno di coloro i quali avrebbero avuto anche per orientamento ideologico ecc. il diritto e il dovere di rappresentare tutte le posizioni e di far capire anche quali erano le giuste preoccupazioni e tutto il resto, non l’hanno fatto perché gli è convenuto diversamente. Con le conseguenze che poi pian piano si sono andate verificando fino a cose molto brutte che la cronaca nazionale non ha potuto nascondere, fino alla fase attuale in cui sicuramente il sindacato si preoccupa per i lavoratori ecc., ma in sostanza che un problema di popoli che si muovono nel Mediterraneo diventi il dramma di un tot numero di lavoratori che se i migranti smettono di migrare allora si preoccupano perché non sanno più qual’è il loro ruolo, allora ciò significa che un territorio legato all’agricoltura d’eccellenza si è ridotto a essere disperatamente legato alle problematiche degli altri popoli, vuol dire che qualcosa non va e che un modello di sviluppo non è stato minimamente pensato e allora noi siamo qui anche per chiedere e proporre a ciascuna piccola realtà della Sicilia dove già siamo operativi e attivi, perché ogni realtà locale ha le sue caratteristiche e noi vorremmo essere un supporto a livello regionale per aiutare le forze più propositive che queste realtà esistono, quelle forze che altrimenti andrebbero via o resterebbero nell’isolamento e nella disperazione, invece a fare gruppo e a unirsi.

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