Il depuratore di Mineo sei anni dopo (video)

Ho collaborato con l’Osservatorio per la trasparenza amministrativa a Mineo nella realizzazione di questo video, che è stato pubblicato sui siti del Laboratorio politico Vetustissima et Iucundissima e su Alba Siciliana, n. 7.

Ci troviamo di fronte all’ingresso del depuratore di Mineo, o meglio di un luogo che da sei anni non svolge questa funzione ed è rimasto chiuso e inutilizzato.
Rimangono ancora tracce del ricordo di chi ha perso la vita in questo luogo – fiori e altri elementi per questa tragica pagina della vita del paese. Una realtà come quella che ci troviamo davanti oggi presenta varie problematiche, che devono essere trattate assieme.
I luoghi sono rimasti fermi a quell’11 giugno del 2008. In parte così ha voluto la giustizia, perchè c’è stato un sequestro che è stato necessario per svolgere le perizie e tutte le indagini di un processo che è ancora in corso, è alla sua fase di appello. Ma dopo queste necessarie ricerche e verifiche la struttura è stata dissequestrata e a quel punto, se si vuole considerare ciò che per la vita della comunità rappresenta la necessità funzionale di avere a disposizione un impianto di depurazione, effettivamente ciò non è più avvenuto, a causa di un mancato intervento per il ripristino della struttura che era stata progettata, realizzata una prima volta, non compiuta, saccheggiata e ripristinata nelle sue strutture funzionali soprattutto per quanto riguardava macchinari ecc. indubbiamente sostenendo notevoli costi e soprattutto con la necessità che la legge italiana, le leggi sull’ambiente e sull’igiene avevano – nel corso dei decenni – stabilito per tutti i centri abitati. Ogni centro abitato deve gestire le proprie acque reflue, le proprie acque fognarie in modo tale da non arrecare danno all’ambiente.
L’ambiente che noi vediamo qui, nelle campagne di Mineo, ha delle caratteristiche di pregio. È un ambiente che è rimasto sostanzialmente non urbanizzato, comprende coltivazioni anche di grande qualità dall’ulivo al grano, agli agrumi e altre, oltre a orti ecc. Di conseguenza la tutela e la salvaguardia della salubrità dei luoghi comporta anche una tutela e una salvaguardia del prodotto agricolo, che dovrebbe essere una voce significativa dell’economia delle famiglie.
Un depuratore funzionante è risorsa a disposizione di un territorio, mancando la quale è messa a rischio tutta la qualità di filiera di un settore che sta – anche per quanto riguarda l’allevamento – nel controllo ambientale di tutti i fattori inquinanti. Queste motivazioni – anche di buon senso se vogliamo – avevano determinato a suo tempo l’investimento di risorse per realizzare l’opera. Già il processo nel suo svolgersi ha portato a conoscenza degli inquirenti ma anche dell’opinione pubblica che i tempi di realizzazione e non inaugurazione, poi i tempi di completamento e effettivamente il tempo di esercizio di quest’opera nella sua reale funzionalità siano stati alla fine un bilancio complessivo per cui il depuratore di Mineo è stato attivo per poco tempo da quando è stato inaugurato a quando è successo ciò che è avvenuto l’11 giugno del 2008.
Quindi realizzare una grande opera per farla funzionare pochissimo tempo – qualche anno – è già di per sé un cattivo investimento, una economia sbagliata. Si aggiunga poi che il processo ha anche portato a mettere in discussione la funzionalità del manufatto all’interno di questo breve periodo che per una serie di ragioni – una volta un guasto della tubatura, e poi strutturalmente per un problema di gestione – di fatto, secondo la tesi degli inquirenti l’efficienza nell’attività di depurazione che doveva garantire questo impianto era tutt’altro che confermata e effettivamente prodotta nel suo funzionamento. Ciò per quali motivi?
Il Comune scelse di affidare ai propri uffici la gestione dell’impianto. Per altri Comuni anche non lontani da qui si era preferito affidare la gestione a soggetti esterni e specializzati che potevano dare una maggiore affidabilità di competenza ecc. I costi non erano gli stessi, i costi erano sicuramente abbastanza consistenti ma, d’altra parte, il valore della tutela dell’ambiente è comunque non un costo passivo che non ha ritorno ma che dovrebbe produrre una valorizzazione del territorio. Quindi non valeva solo la pena di costruire il depuratore, ma anche di farlo funzionare al meglio.
In quel caso si scelse la via del risparmio, la gestione interna agli uffici del Comune, con del personale che le carte del processo hanno mostrato essere privo di tutta una serie di requisiti di formazione, di competenza e di ruolo per cui effettivamente si trattava di persone a cui poteva essere affidato un impianto del genere, che ha la sua complessità, del quale bisogna conoscere i processi di funzionamento per capire quando le cose funzionano nel modo giusto e quando invece non funzionano bene.
Tutto quello che è stato discusso in sede processuale si trova nella stampa che ha seguito il processo e i suoi riscontri. La sentenza dell’appello ci dirà in che misura i giudici hanno ritenuto importanti e significative le responsabilità del Comune in questa cattiva gestione anche per determinare la pericolosità dell’impianto e quindi la compartecipazione di queste cause all’evento tragico dell’11 giugno.
Resta un fatto di importanza generale nei confronti del paese, che riguarda la mancanza a tutt’oggi di un impianto di depurazione. Queste strutture non sono più state oggetto di ripristino e non è stato – neanche in questi anni da parte dell’amministrazione affrontato in sede pubblica, in consiglio comunale o per iniziativa di comunicazione – spiegato quali fossero le intenzioni dell’amministrazione e quali problematiche si presentano all’attuazione di un’eventuale intenzione di ripristinare la funzionalità, se si tratti di problemi di costi o, per certi versi, laddove soprattutto il processo andasse a dimostrare che la cattiva gestione precedente è stata concausa degli eventi, un eventuale ripristino della struttura non rischi di coincidere con un ripristino delle stesse condizini di gestione inadeguata che avevano reso pericolosa la struttura.
Allora noi ci chiediamo: a Mineo e nel depuratore di Mineo, dopo l’11 giugno del 2008 non sono avvenuti fatti paragonabili a ciò che tolse la vita a sei persone solo e soltanto grazie al fatto che la struttura è rimasta chiusa, inutilizzata e non frequentata da nessuno? Se questo è l’unico modo per evitare che le condizioni di lavoro diventino condizioni di rischio quotidiano per chi si occupa di gestire questo tipo di struttura, chiaramente ciò significherebbe fare un bilancio molto negativo del modo in cui un bene comune come l’ambiente non viene rispettato e tutelato, perché gli strumenti che dovrebbero servire a ridurre l’impatto umano sull’ambiente dal punto di vista inquinante gli stessi amministratori non sono in grado di governarli, producendo un risultato che è ancora più dannoso dell’inquinamento ambientale come le tragedie che colpiscono la vita di alcuni. Su tutto ciò tante ipotesi si potrebbero fare ma resta una verità incontestabile che le immagini mostrano. L’oblio può essere una soluzione per evitare che determinate problematiche vengano affrontate ma noi crediamo che il nostro compito sia proprio quello di non consentire una simile scappatoia a chi invece per il suo ruolo nello stato democratico e negli Enti Locali non ha la funzione di insabbiare le questioni e di dimenticarle.
Bene ha fatto l’amministrazione a ricordare la tragedia dell’11 giugno ma la perdurante non funzionalità del depuratore merita altrettanta attenzione. Ad oggi Mineo non ha questa risorsa, abbiamo visto che la fogna a cielo aperto scende a valle come faceva nei decenni scorsi, forse come faceva in anteguerra, quindi con una condizione arretrata e inadeguata di gestione dell’inquinamento.
Il problema resterà aperto finché non verrà affrontato e innanzitutto è bene che si abbia un resoconto, una presa d’atto, un’analisi della realtà presente da parte degli Enti preposti. Poi le proposte, le ipotesi, i costi, le difficoltà sono tutti aspetti reali che possono essere presi in considerazione per uno studio di fattibilità e per capire come si può raggiungere l’obiettivo di ritornare a avere un depuratore efficiente, ma resta il fatto che finché l’argomento non torna all’ordine del giorno degli organismi competenti non si sarà fatto neanche questo primo passo verso una soluzione che prima o poi nel tempo dovrà arrivare. Grazie.

Osservatorio per la trasparenza amministrativa a Mineo

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